Li chiamano, con un acronimo inglese, Neet. Sono i giovani tra i 15
e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all'università, che non lavorano e
che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. "Not in
Education, Employment or Training". Nel nostro Paese sono oltre due milioni, il
21,2 per cento della popolazione nazionale di riferimento: un esercito immobile
di nuovi analfabeti lavorativi. Che ha perso il treno dell'istruzione, che
scivola verso i confini del mercato occupazionale, che rischia di non
contribuire mai al sistema previdenziale. E pesa come un macigno sulla ripresa
economica italiana. È forza lavoro che sarebbe molto utile alle imprese in un
momento come questo di uscita dalla crisi, ma che resta inattiva, espulsa dai
percorsi formativi e che contemporaneamente non riesce a entrare nel mondo del
lavoro. Ed è a un passo dal
diventare disoccupazione strutturale».