UNOSTUDIO REALIZZATO DALL’UNIVERSITÀ BOCCONI HA MESSO A CONFRONTO QUASI 1500 TRA CAPI E SUBORDINATI RIVELANDO UNO SCENARIO BIPOLARE
Capi allo specchio? Se a giudicarli sono i dipendenti, ecco che il mondo si divide in due. Da un lato c’è come si vedono manager, dirigenti d’azienda e capoufficio: comprensivi, motivanti, consapevoli. «Siamo esigenti ma giusti», si promuovono (segretamente compiaciuti) tra sé e sé. Dall’altro come li percepiscono i sottoposti: autoritari, distaccati, pronti a spegnere gli entusiasmi. «Vorremmo un leader migliore, generoso, più aperto», protestano in coro.
Una ricerca realizzata dall’Università Bocconi ha messo a confronto quasi 1500 tra capitani e subordinati rivelando uno scenario bipolare. Spiega Massimo Magni, del Dipartimento di Management e Tecnologia: «Nei momenti di turbolenza e di cambiamento come quello attuale c’è la necessità di assumere nuove prospettive. Sarebbe necessario che i collaboratori diventassero parte complementare del capo, partecipando ai processi decisionali per sviluppare idee che portino le aziende a raggiungere risultati di lungo periodo».